Una definizione di Informazione: il mistero dello 0
Ci troviamo nell'Era dell'informazione e sarebbe quasi un peccato capitale non farsi una definizione di informazione.
Si affronta quindi, per via speculativa, o deduttiva, la definizione di Informazione nello scritto "Informazione materia prima dell'Architettura".
La definizione nasce da una serie di conversazioni con Renato De Fusco, il quale da la definizione che l'informazione può essere considerata la nuova sostanza dell'architettura. Dal punto di vista di un critico o di uno storico di quegli anni è del tutto plausibile criticare questa definizione. Quindi la dizione informazione nuova sostanza dell'architettura è quasi blasfema.
Invece questa dizione si rivela sempre più plausibile progredendo con un ragionamento deduttivo. Per riuscire a dimostrare perché per una nuova generazione " Informazione nuova sostanza dell'architettura" possa essere una definizione logica e plausibile bisogna arrivare al punto di chiedersi perché l'Informazione è la nuova sostanza dell'architettura.
Si segue ora un percorso deduttivo che è per lo più un esperimento:
Prendiamo un foglio di carta bianca e una matita, anche appuntita. Appoggiata la matita sul foglio fino a lasciare un segno, il più piccolo possibile.
Una volta fatto ciò possiamo farci una domanda: quanto è grande questo puntino?
La domanda determina un corto circuito logico perché sappiamo che il punto non è divisibile e quindi non è misurabile (dato fondante della geometria euclidea). Da questo punto di vista la risposta dovrebbe essere che il punto non ha misure.
Dall'altra parte sappiamo che il puntino ha dimensioni, e sappiamo anche misurarlo: lo ingrandiamo con un microscopio, triangoliamo le superfici di questo puntino, calcoliamo le aree. Ma per calcolare queste aree utilizzamo i postulati di Euclide, il che ci crea un corto circuito.
Chiamando con nomi nuovi le cose possiamo affrontare questo dilemma.
Chiamiamo Dato la minima modificazione di una situazione precedente e un dato è soggetto a molteplici Convenzioni.
Questo risolve il corto circuito del puntino perché se ci basiamo sulla convenzione Euclidea risolviamo il problema dicendo che il puntino non è misurabile, mentre se consideriamo il puntino come una superficie (quindi cambiamo la convenzione) riusciamo a calcolare l'area del puntino.
Definiamo quindi l'Informazione come applicazione di una convenzione ad un dato.
Quindi quando un dato, che è soggetto di per se a molteplici convenzioni, e ne ha associata una in particolare, diventa Informazione.
L'Informazione, così spiegata, è qualcosa di sostanzialmente oggettiva.
Un esempio è la scoperta ancestrale che la Stella Polare è "ferma" nel cielo. Da questa scoperta, quella che prima era solo una luce nel buio diventa un informazione, perché le viene affibbiato un dato. Da questa prima informazione si innescano altre scoperte della volta celeste e quindi altre informazioni.
Se questa associazione funziona nel mondo reale, funziona anche nel mondo elettronico.
In realtà, nel mondo elettronico, funziona ancora meglio perché è sostanzialmente un mondo già formalizzato perché ad ogni dato si da una ed una sola sola convenzione, e dove tutto è informazione.
Ci sono due livelli dell'informatica: Il livello "zero" e il livello "uno" ovvero quello fatto di 0 e 1, e quindi la presenza o meno di corrente nei circuiti. Fin quando i computer funzioneranno con l'elettricità questo sistema non può essere altro che formale.
Il mistero dello 0
Prendiamo di nuovo un foglio di carta e disegniamo una forma cosi: 0
Questa forma può essere:
Nel campo informatico non funziona così, perché tutto è già assegnato ad una convenzione.
In informatica non esistono dati ma sempre e solo informazioni.
Ma perchè l'informazione è materia prima dell'architettura?
Il vocabolario Zingarelli da come definizione di Informazione:
Se in Informatica è tutto informazione il prender forma dell'informazione si definisce Modellazione e si esplica nella creazione di modelli.
La parola modello è imprescindibile in questo ambito, il modello è lo schema teorico che rappresenta gli elementi fondamentali di uno o più elementi, che si tratti di modelli matematici, fisici o architettonici.
Ci interessa in particolare la modellazione BIM (Building Information Modeling)
dove si crea un'interpretazione del reale (uno schema teorico) in cui le informazioni sono relazionate una all'altra attraverso un modello che dà forma a queste informazioni.
Gli architetti più avvertiti operano dentro un discorso di questo genere ed è quindi ovvio che operano dentro l'informazione. L'informazione diventa quindi l'elemento catalizzante nella progettazione architettonica.
E' implicito che questa necessità comincia a farsi strada anche nelle richieste di mercato.
Ci troviamo nell'Era dell'informazione e sarebbe quasi un peccato capitale non farsi una definizione di informazione.
Si affronta quindi, per via speculativa, o deduttiva, la definizione di Informazione nello scritto "Informazione materia prima dell'Architettura".
La definizione nasce da una serie di conversazioni con Renato De Fusco, il quale da la definizione che l'informazione può essere considerata la nuova sostanza dell'architettura. Dal punto di vista di un critico o di uno storico di quegli anni è del tutto plausibile criticare questa definizione. Quindi la dizione informazione nuova sostanza dell'architettura è quasi blasfema.
Invece questa dizione si rivela sempre più plausibile progredendo con un ragionamento deduttivo. Per riuscire a dimostrare perché per una nuova generazione " Informazione nuova sostanza dell'architettura" possa essere una definizione logica e plausibile bisogna arrivare al punto di chiedersi perché l'Informazione è la nuova sostanza dell'architettura.
Si segue ora un percorso deduttivo che è per lo più un esperimento:
Prendiamo un foglio di carta bianca e una matita, anche appuntita. Appoggiata la matita sul foglio fino a lasciare un segno, il più piccolo possibile.
Una volta fatto ciò possiamo farci una domanda: quanto è grande questo puntino?
La domanda determina un corto circuito logico perché sappiamo che il punto non è divisibile e quindi non è misurabile (dato fondante della geometria euclidea). Da questo punto di vista la risposta dovrebbe essere che il punto non ha misure.
Dall'altra parte sappiamo che il puntino ha dimensioni, e sappiamo anche misurarlo: lo ingrandiamo con un microscopio, triangoliamo le superfici di questo puntino, calcoliamo le aree. Ma per calcolare queste aree utilizzamo i postulati di Euclide, il che ci crea un corto circuito.
Chiamando con nomi nuovi le cose possiamo affrontare questo dilemma.
Chiamiamo Dato la minima modificazione di una situazione precedente e un dato è soggetto a molteplici Convenzioni.
Questo risolve il corto circuito del puntino perché se ci basiamo sulla convenzione Euclidea risolviamo il problema dicendo che il puntino non è misurabile, mentre se consideriamo il puntino come una superficie (quindi cambiamo la convenzione) riusciamo a calcolare l'area del puntino.
Definiamo quindi l'Informazione come applicazione di una convenzione ad un dato.
Quindi quando un dato, che è soggetto di per se a molteplici convenzioni, e ne ha associata una in particolare, diventa Informazione.
L'Informazione, così spiegata, è qualcosa di sostanzialmente oggettiva.
Un esempio è la scoperta ancestrale che la Stella Polare è "ferma" nel cielo. Da questa scoperta, quella che prima era solo una luce nel buio diventa un informazione, perché le viene affibbiato un dato. Da questa prima informazione si innescano altre scoperte della volta celeste e quindi altre informazioni.
Se questa associazione funziona nel mondo reale, funziona anche nel mondo elettronico.
In realtà, nel mondo elettronico, funziona ancora meglio perché è sostanzialmente un mondo già formalizzato perché ad ogni dato si da una ed una sola sola convenzione, e dove tutto è informazione.
Ci sono due livelli dell'informatica: Il livello "zero" e il livello "uno" ovvero quello fatto di 0 e 1, e quindi la presenza o meno di corrente nei circuiti. Fin quando i computer funzioneranno con l'elettricità questo sistema non può essere altro che formale.
Il mistero dello 0
Prendiamo di nuovo un foglio di carta e disegniamo una forma cosi: 0
Questa forma può essere:
- un insieme di punti
- un circuito chiuso
- una polilinea
- una superficie
- uno zero (quindi un sistema numerico)
- una O (quindi un sistema alfanumerico)
- un ambiente raster
- un ambiente vettoriale (tipo Autocad)
- un ambiente matematico (tipo Rhino)
Nel campo informatico non funziona così, perché tutto è già assegnato ad una convenzione.
In informatica non esistono dati ma sempre e solo informazioni.
Ma perchè l'informazione è materia prima dell'architettura?
Se in informatica non esistono dati ma solo informazioni, allora in informatica è tutto in-formazione.L'informazione è quindi in costante mutazione.
Il vocabolario Zingarelli da come definizione di Informazione:
L'informazione è modellare secondo una forma. e di questa modellazione le informazioni sono gli attiQuesta definizione ci dice che l'informazione di per se non basta, serve la modellazione dell'informazione. Per essere effettivamente informativa deve essere modellata secondo una forma.
Se in Informatica è tutto informazione il prender forma dell'informazione si definisce Modellazione e si esplica nella creazione di modelli.
La parola modello è imprescindibile in questo ambito, il modello è lo schema teorico che rappresenta gli elementi fondamentali di uno o più elementi, che si tratti di modelli matematici, fisici o architettonici.
Ci interessa in particolare la modellazione BIM (Building Information Modeling)
dove si crea un'interpretazione del reale (uno schema teorico) in cui le informazioni sono relazionate una all'altra attraverso un modello che dà forma a queste informazioni.
Gli architetti più avvertiti operano dentro un discorso di questo genere ed è quindi ovvio che operano dentro l'informazione. L'informazione diventa quindi l'elemento catalizzante nella progettazione architettonica.
E' implicito che questa necessità comincia a farsi strada anche nelle richieste di mercato.
Commenti
Posta un commento