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L'information technology come sfida e come crisi
"La modernità è ciò che traforma la crisi in valore." 
- Bruno Zevi

La parola crisi è stata sempre legata alla parola modernità, ma per poter definire la parola "crisi" bisogna prima fare un ragionamento inverso e chiedersi cosa significhi la parola modernità.
Ci sono diverse definizioni di modernità, partendo da una definizione di moderno che è di tipo cronologico, e che quindi inquadra delle fasi. Ciò che accade è moderno mentre ciò che è passato è ormai antico. Alcuni esempi di questa concezione di modernità sono la scoperta dell'America o la Rivoluzione Francese.
Un'altra maniera completamente diversa di vedere la modernità è quella dove viene descritta come aggettivo di valore, nel senso che porta in se un valore positivo e progressivo, in antitesi all'antico che è passatista e "vecchio"
Questo secondo modo di usare l'aggettivo viene iniziato ad usare nella seconda metà dell' 800 in Francia dai poeti Baudelaire, Rimbaud ed altri 
“La modernità è al transitorio, il fuggitivo, il contingente, la metà dell’arte, di cui l’altra metà è l’eterno e l’immutabile […] perché ogni modernità acquisti il diritto di diventare antichità, occorre che ne sia stata tratta fuori la bellezza misteriosa che vi immette, inconsapevole, la vita umana”                                                   – Charles Baudelaire, “Le Peintre de la vie moderne”
 La connotazione progressista dell'aggettivo modernità viaggia fino al mondo degli architetti. Nascono in questo contesto i CIAM (Congresso Internazionale di Architettura Moderna) in cui, ovviamente, l'aggettivo moderno è positivo.
Secondo Bruno Zevi la modernità è ciò che trasforma la crisi in valore, quindi ovviamente non è cronologica, ed è qualcosa in più di una semplice aggettivazione in quanto buona e progressiva.
Essa inoltre suscita un'estetica di rottura e di cambiamento.
L'atteggiamento moderno è un atteggiamento che riesce a rispondere in maniera positiva e progressiva a delle crisi. Questo distacca subito il concetto di moderno a quello di moda o di cambiamento di gusto, seppure innovazione, perché la radica in una maniera diversa al concetto di crisi e di come si risponde ad essa.
Questa ipotesi di definizione diventa particolarmente illuminante in particolari situazioni.
La nascita del computer è un esempio di risposta ad una crisi terrificante, in periodo in cui un salto in avanti tecnologico non era solo necessario, ma era indispensabile per far fronte alla Guerra. 
La battaglia tra Asse e Alleati è stata per lungo tempo in equilibrio e gli avanzamenti tecnologici erano l'ago della bilancia per la vittoria della Guerra. In questo senso l' Inghilterra, con Alan Turing, fece uno sforzo impetuoso per creare questa macchina generica che consente la decodifica dei codici cifrati nemici.
In questo caso la nascita del computer è la risposta ad una grande crisi, e quindi è verificata la correlazione tra crisi e modernità come risposta a quest'ultima.
Questa correlazione esiste anche, e soprattutto in architettura.
Nel '400 nasce, grazie a Brunelleschi, un nuovo strumento: la prospettiva. La nascita di un nuovo strumento è anche sfida perché un nuovo strumento non risolve i problemi del passato ma li mette in crisi.
La prospettiva diventa strumento di architettura a tutti gli effetti e mette in crisi i vecchi strumenti. Una volta che si costruisce una visione del mondo attraverso i canoni della prospettiva (ritmo, proporzionalità, organizzazione della visione attraverso punti focali centrati sull'uomo) non va più bene l'architettura precedente. La nuova architettura deve per forza incorporare al suo interno la nuova visione prospettica dove lo strumento prospettiva diventa architettura essa stessa.
Brunelleschi è quindi l'apoteosi della modernità in campo architettonico.

I dualismi CRISI - MODERNITA' e STRUMENTO - SFIDA sono interconnesse e portano alimento ad un modo di approcciare all'informatica.


L' esperienza dei ready-mades - Approfindimento



Marcel Duchamp ha avuto un ruolo fondamentale nella definizione di arte contemporanea del '900.

Duchamp chiarisce quali siano le nuove posizioni dell'arte e dei musei con l'esperienza dei Ready Mades che creano una rottura con la pratica artistica tradizionale.
L'artista propone oggetti quotidiani, senza alcuna qualità estetica e li eleva ad oggetti artistici come provocazione. L'oggetto perde il suo valore d'uso e ne assume uno totalmente nuovo.
Il ready-made più iconico è "Fountain" (1917). Esporre un orinatoio rovesciato significava:

  • denunciare quanto poco fosse importante l'esecuzione tecnica dell'opera rispetto alla fase della sua ideazione
  • spostare la concezione di arte dal piano fisico a quello intellettuale
  • evidenziare quanto conti il contesto espositivo nell'attribuzione del valore artistico
Grazie a questa esperienza i musei devono fronteggiare la crisi dell'arte tradizionale e produrre nuovi "strumenti" di esposizione di questa arte nuova e progressista.


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